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Costi di marketing: come recuperare (in parte) il budget investito

Quando preparo un preventivo per definire la strategia di marketing per un cliente inserisco, oltre alla quotazione per il mio lavoro, anche i costi per le campagne sponsorizzate. E qui spesso i clienti cadono dalla sedia! Quando vedono quanto devono investire si spaventano, perché non lo vedono – appunto – come un investimento, ma solo come una spesa da mettere a bilancio.

Ma lo sapevi che, se hai una partita IVA in regime ordinario, il budget che investi sui social o nelle Google Ads può essere dedotto dal reddito dell’impresa? E che per chi fa pubblicità alla radio o in TV c’è un bonus dedicato, chiamato bonus pubblicità, che ti permette di recuperare il 50% di quello che spendi in credito d’imposta?

Budget marketing: quanto investire?

“Mi spiace, ma per la pubblicità non c’è budget!”

Quante volte mi sono sentita dire questa frase dai clienti (o potenziali tali).

A pensarci bene, però, che marketing sarebbe senza “pubblicità”? E non sto parlando solo di campagne sui social network, ma anche di volantini cartacei da distribuire porta a porta, di attività di DEM (Direct E-mail Marketing), di crearsi un sito web per avere un biglietto da visita online o – meglio ancora – un blog, per essere trovati dalle persone mentre fanno ricerche su Google.

Tutto questo rientra nelle cosiddette “attività di marketing”, ma spesso le aziende, i piccoli artigiani e commercianti e i liberi professionisti pensano di non averne bisogno, o di non aver soldi da investire in queste cose.

“Ma secondo te, quanto budget è necessario investire?”

Mi spiace, ma non c’è una risposta giusta.

C’è chi a inizio anno destina una percentuale del fatturato, così sa già “di che morte dovrà morire” e fa ruotare la strategia in base a quello che ha a disposizione.

E chi va un po’ a sentimento, buttando lì 100 euro ogni tanto per mettere in evidenza un post Facebook che apparentemente “è andato bene” (opzione sconsigliata).

Ovviamente nel primo caso è tutto più facile: sai quanto hai a disposizione, puoi vedere quanti risultati porti a casa e decidere (anche in corso d’opera) di aumentare il budget da destinare alle attività di marketing.

Bonus Pubblicità, voucher digitalizzazione e altre agevolazioni per le spese di marketing

“Ma poi tutte queste spese le posso recuperare, in qualche modo?”

Ho girato la domanda al mio commercialista, Massimiliano Allievi, titolare assieme al fratello Riccardo dello studio Allievi di Milano.

E ne è venuta fuori una bella intervista, che spero ti sarà utile per organizzare e pianificare le (prossime) spese legate al marketing della tua attività.

Perché secondo te è importante per le aziende “fare pubblicità”, al di là degli aspetti legati alle agevolazioni fiscali?

Gli investimenti pubblicitari costituiscono un importante stimolo per lo sviluppo economico dell’imprenditoria, oltre a rappresentare un fondamentale supporto finanziario per le imprese editoriali. Incentivando la propensione al consumo, partecipano alla crescita economica in vari settori.

Entriamo nel dettaglio: ho sentito parlare di Bonus Pubblicità. Di cosa si tratta?

Il bonus pubblicità è rivolto a imprese e lavoratori autonomi indipendentemente dalla forma giuridica assunta o dal regime contabile adottato, e agli enti non commerciali. È un’agevolazione che permette di beneficiare di un credito di imposta per le spese legate all’editoria, all’emittenza radiofonica e televisiva. In particolare, sono agevolabili gli investimenti in campagne pubblicitarie, stampa quotidiana e periodica, anche online, emittenti televisive e radiofoniche locali e nazionali, analogiche e digitali, che non possiedono partecipazioni statali.

Come funziona questa agevolazione?

A seguito degli interventi emergenziali, per gli anni 2020, 2021 e 2022 il bonus pubblicità è stato sostanzialmente rivisto.

Il credito d’imposta è stato modificato nella misura unica del 50% del valore complessivo degli investimenti effettuati nell’anno di riferimento. Inoltre, il valore di tali investimenti deve normalmente essere superiore di almeno l’1% rispetto agli stessi investimenti effettuati nell’anno precedente per gli stessi mezzi d’informazione. (Per i soli anni 2021 e 2022 il c.d. Decreto Sostegni-bis ha abolito questo requisito di accesso all’agevolazione.)

Queste sostanziali modifiche hanno così ampliato la platea di potenziali beneficiari dell’agevolazione, grazie al venir meno del requisito incrementale dell’1% negli investimenti, e hanno aumentato la base imponibile di spesa sulla quale poter calcolare il credito d’imposta.

Infatti, grazie alla più ampia visione apportata alla norma, l’agevolazione spetta rispetto alla totalità degli investimenti sostenuti in ambito pubblicitario, e non solo alle spese legate all’incremento verificatosi rispetto agli investimenti sostenuti nell’anno precedente. In questo modo, potenzialmente, qualsiasi beneficiario dell’agevolazione può accedere al beneficio, sia che si tratti di una nuova costituzione in corso d’anno, oppure se nell’anno precedente non si sono realizzati investimenti in questo ambito, o ancora per coloro che per l’anno in corso hanno programmato investimenti addirittura inferiori rispetto all’anno precedente.
A decorrere dall’anno 2023, salvo modifiche legislative, il credito d’imposta tornerà a riferirsi solo agli investimenti pubblicitari incrementali pari ad almeno l’1% in più rispetto al precedente anno.

C’è una finestra temporale specifica in cui è possibile richiederlo?

Il bonus sugli investimenti pubblicitari incrementali richiede due adempimenti fondamentali. Era necessario inviare la Comunicazione per l’accesso al credito d’imposta dal 1° al 31 marzo 2022. Detto termine di presentazione della richiesta è stato prorogato per il 2022 all’8 aprile. Mediante questa procura telematica era possibile “prenotarsi” dal sito dell’Agenzia delle Entrate ed indicare i presunti investimenti realizzati, oppure da effettuare, nel 2022.

In questa procedura nessun documento deve essere allegato al modello. È comunque necessario conservare tutta la documentazione a sostegno della domanda stessa per soddisfare il secondo adempimento.

Successivamente, infatti, tra il 1° ed il 31 gennaio dell’anno successivo i soggetti che hanno inviato la comunicazione per l’accesso al beneficio devono inviare una dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati, resa ai sensi dell’articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, per attestare gli investimenti effettivamente realizzati nell’anno agevolato.

Trattandosi di un credito d’imposta, come può essere utilizzato il beneficio?

L’agevolazione è riconosciuta mediante credito d’imposta, nella misura unica del 50% delle spese effettivamente sostenute per investimenti in ambito pubblicitario. Il credito d’imposta è utilizzabile solamente in compensazione, presentando il modello F24 esclusivamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Ai fini del riconoscimento e utilizzo del credito, in sede di compilazione del modello F24 è necessario indicare il codice tributo 6900, istituito dalla stessa Agenzia delle Entrate.

I contributi previsti spettano comunque nei limiti delle risorse a ciò destinate per ciascuna tipologia di mezzo d’informazione. In caso di insufficienza delle risorse, agli aventi diritto spettano contributi ridotti mediante riparto proporzionale. L’ordine cronologico di invio delle domande non è quindi rilevante.
Ci sono altre agevolazioni legate all’advertising e al marketing online?

Nel 2022 è attivo il voucher digitalizzazione, che permette a piccole e medie imprese del territorio nazionale di beneficiare di un ritorno economico grazie alla stipula di nuovi contratti di abbonamento a servizi internet ultraveloci con un operatore delle telecomunicazioni. Il termine per la richiesta è al momento fissata al 15 dicembre 2022.

Facebook e Google Ads: si possono scaricare le spese per le campagne a pagamento? Come? Quando conviene?

È possibile dedurre i costi legati all’attività, comprese quindi le spese di Facebook e Google, dal reddito dell’impresa che si trova nei regimi fiscali ordinari.

Il forfettario beneficia invece di una deduzione dei costi appunto forfettaria, mediante l’applicazione di un coefficiente di redditività diverso per ogni tipologia di attività svolta. In questo modo non viene dedotta la singola fattura di acquisto, ma viene tenuto conto di un costo forfait sostenuto da dedurre dal fatturato per gli acquisti legati all’attività.

Come pianificare i costi di marketing, perché portino risultati

Pianificare per tempo e con attenzione le attività di tutto l’anno ti può aiutare a recuperare (dove possibile) una parte degli investimenti, per dirottarli verso altre forme di marketing, che possano supportare la strategia.

Ad esempio: per le piccole e medie attività locali vale ancora la pena investire nella radio o acquistare degli spazi sui quotidiani della zona, ma se poi non hai un sito web a cui rimandare le persone, con tutte le informazioni utili su prodotti e servizi, rischi di perdere una buona fetta di potenziali clienti.

Ricordati che radio, TV e giornali rispondono a una domanda latente, perché non sono strumenti che le persone utilizzano consapevolmente per cercare qualcosa da acquistare. Ascoltano la radio quando sono in auto, per spezzare la monotonia del silenzio, leggono il quotidiano al bar, mentre fanno colazione, e guardano la TV la sera, prima di andare a dormire, per rilassarsi un po’. E se lì in mezzo ci sei anche tu, con il tuo servizio/prodotto, magari potresti catturare la loro attenzione.

Ma poi? Dove li porti?
Se ti googlano ti trovano?
Se cercano il tuo prodotto per nome (o per tipologia) lo trovano?

E se, oltre che sui giornali, segnalassi l’evento o il lancio anche sui social (sempre su base locale): quanto potrebbe aumentare la copertura, cioè il numero di persone raggiunte?

Se il tuo target è nazionale, quindi potenzialmente puoi vendere in tutta Italia, questi numeri crescono esponenzialmente!

Sono tutti ragionamenti che possiamo fare assieme, pianificando una strategia personalizzata che possa aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi di business. Fissa una prima call gratuita, dove mi racconti chi sei, cosa fai ma soprattutto dove vuoi arrivare: ti guiderò lungo il percorso, creando la mappa per il viaggio da far fare agli utenti per condurli a te!

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